Si tratta di persone con deficit o perdita di autonomia psichica o fisica, che avrebbero quindi tutti i titoli per essere ospitate in case di riposo o altre strutture residenziali, se vi fossero posti disponibili. Ma per dar loro modo di continuare a vivere nella propria casa e vicino ai propri affetti, ed anche per la carenza di posti nelle strutture pubbliche, sono molte le famiglie che scelgono di prestare assistenza in modo diretto: una scelta tanto coraggiosa quanto di enorme valore umano e sociale. Questo compito ammirevole ma gravoso viene spesso affrontato con l’aiuto di figure assistenziali come le “badanti”, riconosciute come titolate dalla Regione stessa.
Tuttavia, invece di premiare questo modello, la Regione si concede il lusso di ritardare i pagamenti alle famiglie, stabiliti nero su bianco con la legge 28 del 1991. Tutto ciò non è solo ingiusto ma scandaloso: la Giunta deve impegnarsi ad erogare puntualmente i contributi a tutti gli aventi diritto, senza che si verifichi ancora un ritardo di questo genere. |