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Venezia 17/11/2008
PIANO CAVE: LA GIUNTA AFFERMA DI AVER RIDOTTO IL QUANTITATIVO SCAVABILE, MA I DATI DICONO IL CONTRARIO

Dopo aver atteso per anni l’approvazione del nuovo Piano Regionale Attività di Cava (PRAC), adottato nel 2003, la Giunta l’ha approvato a fine ottobre 2008 millantando di aver ridotto il quantitativo scavabile. Ma questa sbandierata riduzione è una vera e propria bufala e i numeri lo confermano: nel PRAC adottato nel 2003 era prevista l’escavazione di 17,250 milioni di metri cubi all’anno mentre nel PRAC  2008 si autorizza l’escavazione di 13,500 metri cubi all’anno. Tuttavia  tra il 2003 e il 2008 è stata autorizzata l’estrazione di più di 36 milioni di metri cubi (in media più di 7 milioni l’anno)! Ecco quindi che la quantità prevista  nel 2003 era addirittura inferiore a quella prevista dal nuovo piano, detratti i metri cubi già autorizzati in questi cinque anni!
Del tutto infondata anche la giustificazione della Giunta regionale per questa “regalia” di nuove autorizzazioni tra il 2003 e il 2008 in attesa del nuovo Piano: non sono più di 2 milioni di metri cubi le autorizzazioni concesse in forza di sentenze del TAR.  Sarebbe utile capire a che titolo sono stati concessi gli altri 34 milioni.

È risaputo, infatti, che il reale fabbisogno del Veneto, stimato in un periodo precedente a quello della crisi economica che stiamo attraversando (e dei sui pesanti riflessi sul mercato immobiliare e delle costruzioni), è già abbondantemente soddisfatto per i prossimi 10 anni dal residuo disponibile delle autorizzazioni già concesse. Perché quindi autorizzarne altre?

Nella provincia di Treviso sono previsti quattro Insiemi Estrattivi. Due (IE 3 e 4) sono ampliamenti (molto molto generosi) di aree già scavate, altri due (IE 1 e 2) sono molto più piccoli e previsti su giacimenti di ghiaia ancora non scavati.

Emerge in tutta chiarezza come la parte del leone la faccia l’IE3 che da solo darà 6 milioni di metri cubi, mentre le tre aree restanti daranno complessivamente 758.000 metri cubi, tutti di fatto in contesti vocati, ossia in zone dove si potrà, tra cinque anni, presentare un progetto di estrazione in seguito alla verifica del fabbisogno.

Il nuovo Piano prevede che il 42% dell’intera quantità di inerti estraibile in Veneto provenga dalle cave della sola provincia di Treviso. Viene meno il limite del 3% massimo di territorio comunale interessato da cave e si infierisce in maniera rilevantissima su aree già compromesse (un esempio sui tutti è il territorio del Comune di Paese) con enormi ampliamenti delle superfici scavabili.

 Il Piano 2008, infine, prevedendo l’uso intensivo delle aree già interessate dall’attività di cava,  rafforza di fatto il cartello delle imprese che già controllano il settore e agiscono pressoché in regime di monopolio imponendo i loro prezzi, con chiare ricadute negative sul mercato, sulle imprese di costruzione, sulle famiglie e sul costo delle opere pubbliche.

Per ulteriori approfondimenti: Piano Regionale Attività di Cava


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