La Cisl è dura, parla di «posizione politica, populistica e demagogica» e si oppone anche nel merito: «No al blocco delle quote». «Barbiero ha posto un problema reale attraverso un metodo sbagliato» e inoltre un tema così delicato «non può essere liquidato con semplificazioni come quelle del segretario della Cgil, dettate da esigenze di visibilità». Non sono teneri i giudizi dei segretari di Cisl (Franco Lorenzon) e Uil (Antonio Confortin) di Treviso sul loro collega della Cgil che ha proposto di sospendere i flussi di immigrati fino al riassorbimento dei tanti che in questo periodo hanno perso il lavoro a causa della crisi. Il decreto flussi 2008 per la provincia di Treviso - hanno ricordato i due segretari - ha autorizzato circa tremila ingressi a fronte di una domanda di 13 mila lavoratori. Dall’inizio dell’anno, però, gli uffici di Questura e Prefettura sono stati in grado di perfezionare soltanto mille pratiche. Sono duemila, quindi, quelli ancora in attesa a cui secondo i due segretari sindacali si aggiungono circa 10 mila clandestini, tra cui si calcola che poco meno di 4 mila siano badanti che accudiscono persone spesso non autosufficienti. Sono oltre mille, inoltre, gli stranieri licenziati da inizio anno. Il più duro nel giudizio è Lorenzon: «Bloccare i decreti flusso - dice il segretario Cisl - significherebbe chiudere le possibilità di regolarizzazione a cittadini che vivono e lavorano già qui. Non ci stiamo - attacca Lorenzon - a far passare il messaggio che la Cgil è il sindacato del buonsenso e noi quelli che vogliono gestire l’immigrazione così come viene, come anime belle». Più pronto a una mediazione, invece, Confortin: «Barbiero ha sbagliato i modi di questa uscita, che si presta a strumentalizzazioni, soprattutto in ottica-Lega. Sulla sostanza delle proposte, però, potremmo essere d’accodo: serve una nuova gestione dei flussi». (Pubblicato il 19 novembre sulla Tribuna di Treviso) |