Il rapporto Istat pubblicato alla fine del 2008 evidenzia dati preoccupanti: ogni giorno in Italia ci sono in media 633 incidenti stradali che provocano la morte di 14 persone e il ferimento di altre 893. Il Veneto contribuisce a questa statistica con 50 incidenti quotidiani e 2 morti ogni tre giorni. Nonostante dal 2000 al 2007 gli incidenti mortali nel nostro Paese siano diminuiti del 27,3% siamo ancora ben lontani dall'obiettivo fissato dall'Unione Europea di ridurre del 50% la mortalità entro il 2010. C'è quindi ancora molto da fare visto che tra Francia (-42,8%), Germania (-34%) e Spagna (-33,8%), ben più vicine all'obiettivo finale, l'Italia si trova all'ultimo posto. In particolare la provincia di Treviso si piazza al sesto posto in Italia per il numero di incidenti mortali. L'analisi delle circostanze accertate di incidente rileva che nel 2007 sulle strade urbane si è verificato il 76,6 % degli incidenti (176.897 incidenti) che hanno causato 238.712 feriti (pari al 73,3% sul totale) e 2.269 morti (pari al 44,2%). Rilevante è sapere inoltre che tra le tre prime cause d’incidente c'è l'eccesso di velocità. Un altro dato inquietante riguarda la pirateria stradale, fenomeno che registra una continua crescita in tutto il Paese. Secondo una ricerca dell’Asaps, nel 2007 sono stati registrati 161 casi, mentre nel 2008 ben 323, con una crescita record del 100,6 per cento. Triste constatare come poi da tutta questa mole di dati emerga il fatto che - ancora una volta - sono proprio le categorie deboli della strada, in modo particolare anziani e bambini, a pagare un prezzo altissimo: 54 sono gli anziani coinvolti, 41 i bambini, rispettivamente il 12,7% ed il 9,7%. Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 14 (3,3%), 2 dei quali rimasti uccisi e 12 feriti. I pedoni sono la categoria più tartassata, con 134 eventi: 42 morti (9,9%) e 92 feriti (21,7%). Infine i ciclisti: 42 gli episodi (9,9%), 16 lenzuola bianche (3,8%) e 26 ricoveri (6,1%). Il Veneto ancora una volta non si trova agli ultimi posti di questa riprovevole classifica: nel 2008 sono infatti stati registrati 20 casi (mentre in Friuli se ne sono verificati 3) e anche il 2009 non lascia sperare per il meglio. La riduzione dei morti su strada non è un sogno impossibile o un obiettivo troppo ambizioso: è dimostrato che in casi come questo l'unica soluzione veramente efficace è quella di intervenire su più fronti con l’obiettivo di prevenire gli incidenti attaccandone direttamente le cause. È necessario analizzare i sistemi elaborati da altri Paesi come Olanda, Regno Unito e Svezia (45 – 50 decessi per milione di abitanti) che da anni sono riusciti non solo a ridurre gli incidenti ma a provocare un cambiamento culturale nella popolazione. Ed è proprio un cambiamento culturale quello a cui noi dobbiamo ambire. Innanzitutto perché il ricorso a trucchi e stratagemmi per evitare controlli e sanzioni è sempre più frequente ed è necessario spazzare il clima di indulgenza che troppo spesso tende a giustificare comportamenti criminosi e pericolosi per la sicurezza delle persone mettendoli sullo stesso piano di una semplice bravata. Intervenire sulle persone quindi, applicando un già ampiamente collaudato sistema di sanzioni e controlli ma anche attivando programmi di educazione stradale, dando priorità alla popolazione scolastica giovanile e a particolari fasce di utenti. Contemporaneamente è necessario intervenire, programmare e realizzare interventi infrastrutturali sia sulla rete stradale extraurbana che su quella urbana, in particolare interventi finalizzati a tutelare i soggetti più deboli e a rischio nel traffico, ossia i pedoni e i ciclisti. Per questo motivo si propone l’istituzione di un Piano regionale per la sicurezza stradale che consista in un sistema articolato di indirizzi, misure e interventi finalizzati al miglioramento della sicurezza stradale secondo le linee guida fissate a livello nazionale e comunitari.
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