Rispondo a Zaia con un concetto semplice: chi guida non deve bere, solo cosi' si evita di mettere in pericolo se stessi e gli altri. Il punto non e' se con due bicchieri si sia ubriachi o meno: chi si deve mettere alla guida non puo' assumere alcol in quanto le sue capacita' subirebbero alterazioni pericolose per se' e per gli altri. Il Ministro Zaia ha più volte dichiarato di essere contrario all'abbassamento a zero del tasso alcolico per i conducenti di auto, però qui non si tratta di demonizzare gli alcolici o chi li beve, ma di prendere atto che l'assunzione di alcol produce effetti incompatibili con un'attivita' complessa come la guida di un veicolo, che richiede buona coordinazione dei movimenti, riflessi rapidi e vista efficiente. E queste capacita' in alcune persone possono venir meno anche se viene assunta una quantita' inferiore agli 0,5 grammi. L'alcol puo' infatti provocare una diminuzione della visione, euforia, diminuzione dei tempi di reazione, sottovalutazione del pericolo, difficoltà a calcolare le distanze, occhi più sensibili alla luce e maggiormente soggetti all'abbagliamento, ecc. Zaia afferma che la criminalizzazione degli alcolici rischia di ridurre i consumi e mettere in crisi il settore, ma qui non si discute di criminalizzare l'alcol: con buona pace di Zaia e dei viticoltori non si vuole impedire di bere uno o due bicchieri ma semplicemente sostenere il concetto che, come si leggeva sui manifesti di una recente campagna di pubblicita' sociale, 'O bevi o guidi'. Per quanto riguarda i dati riportati da Zaia a sostegno della sua tesi, come ricorda l'Istat nella sua ricerca, gli incidenti provocati dallo stato di ebbrezza pur non rappresentando una percentuale elevata vanno segnalati per la gravita' degli eventi. In ogni caso la diminuzione degli incidenti in Italia (purtroppo non verificatasi anche in Veneto) e' dovuta anche all'incremento dei controlli con l'etilometro arrivati a sfiorare quota 1.400.000 nel 2008 (+70% rispetto agli 800.000 del 2007). Certo e' che c'e' ancora molto da fare e il cambiamento deve essere soprattutto culturale: bisogna rendersi conto che l'unico modo efficace di eliminare il rischio per la propria incolumità e quella degli altri è non bere affatto.
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