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03/07/2009
Treviso

Con il reato di clandestinita' non ci sara' maggiore sicurezza: e' solo uno spot vuoto e dannoso


La clandestinita' diventa reato. Ma chi ha fatto domanda di regolarizzazione nel 2007 e' ancora in alto mare. Significa che colf, badanti, operai, muratori e altri lavoratori e lavoratrici potranno essere arrestati e incarcerati, nonostante il loro datore di lavoro abbia fatto di tutto per regolarizzarli. Questo portera' davvero piu' sicurezza nel Paese, anche alla luce del fatto che nessuna risorsa in più è destinata alle forze di polizia? Si tratta solo di uno spot vuoto e dannoso. Vuoto perche' non ha nulla a che fare con la sicurezza in quanto colpira' tutti indiscriminatamente: comprese quelle persone che, magari da anni, lavorano presso una famiglia e stanno affrontando lungaggini burocratiche in attesa di una regolarizzazione. Dannoso, tra gli altri motivi, perche' produrra' un intasamento abnorme di pratiche che blocchera' il sistema penale,  gravato, come sottolineano i giuristi firmatari dell'appello contro il decreto, di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilità sociale.
L'introduzione del reato di clandestinita' appare un provvedimento tanto piu' grave alla luce delle vigenti norme sull'immigrazione che prevedono l'ingresso tramite il cosiddetto decreto flussi. Portiamo ad esempio il decreto flussi 2008: il numero di lavoratori extracomunitari ai quali e' stato consentito l'ingresso e' di 150.000, da attingere interamente dalle richieste inevase del decreto flussi 2007. Semplificando, nel 2008 non e' stata consentita la presentazione di nuove domande di nulla osta ma state esaminate solo quelle 540mila non rientrate nel precedente decreto. Il 18 giugno di quest'anno erano solo 2550 i nullaosta rilasciati.
Ora, chi conosce la Bossi-Fini sa che il decreto flussi funziona a "chiamata" (ossia un datore di lavoro chiede che uno straniero, del quale conosce nome e cognome e altri dati anagrafici, possa essere incluso nelle quote perché ne ha bisogno o come lavoratore dipendente della sua azienda o come collaboratore familiare). Ma la verità è che la maggior parte delle persone "chiamate" sono già qui, stanno già lavorando e, nonostante abbiano un datore di lavoro disposto a regolarizzarle, sono e resteranno irregolari fino a quando non riusciranno ad entrare nelle quote del decreto flussi. Sempre che nell'attesa non vengano arrestati e incarcerati...


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