La lunga maratona consigliare ha prodotto una legge che non aiutera' ne' la ripresa economica ne' la qualita' delle nuove edificazioni in Veneto. Questa legge e' basata su due forzature, che riguardano entrambe l'esproprio delle competenze, entrambe delle quali riguardano l'esproprio delle competenze locali, in base al principio di sussidiarieta'. La prima e' partita da Berlusconi che aveva proposto di intervenire a livello statale con una legge che si occupava di una materia di competenza delle regioni, prima di rivedere il tutto in seguito alle forti contrarieta' incontrate in sede di conferenza Stato-Regioni. La seconda forzatura e' stata portata avanti dalla maggioranza della Regione Veneto che ha tentato di appropriarsi delle competenze dei Comuni. Come opposizione, abbiamo ottenuto alcuni modesti risultati: 1) ai comuni e' concessa la facolta' di addottare o meno le norme; 2) vengono esclusi dal Piano casa i centri storici e i beni sottoposti a vincolo ambientale; 3) gli incentivi sono legati tassativamente alla riqualifica energetica degli edifici. Detto questo, la legge non manchera' di creare confusione e contenziosi nel governo del territorio e, di fronte all'incalzare della crisi economica, difficilmente produrra' benefici tali da contribuire al rilancio dell'economia. E' sicuro invece che fino ad oggi il Piano casa ha causato un rallentamento e un vincolo per tutti quei soggetti che, intenzionati ad effettuare ristrutturazioni edilizie, si sono dovuti fermare in attesa delle nuove norme. Ci auguriamo quantomeno che l'approvazione di tale legge possa permettere di sbloccare queste situazioni.
Testo della bozza approvata dal Consiglio Regionale |