Dopo l'azzeramento fatto dal Governo di ogni risorsa destinata al Fondo per la non autosufficienza e la drastica riduzione delle risorse regionali destinate alle politiche sociali (asili nido e servizi all'infanzia, assistenza domiciliare e residenziale agli anziani, sostegno alle famiglie con disabili, ecc.), arriva in questi giorni il reato di clandestinita' che contribuira' a destabilizzare il sistema di auto organizzazione che le famiglie venete ed italiane avevano faticosamente trovato per fronteggiare l'assistenza ai parenti non autosufficienti in assenza di risposte adeguate da parte dei servizi pubblici. Un danno per le badanti che aspirano da tempo alla regolarizzazione e che non riescono ad ottenerla per colpa del meccanismo burocratico della Bossi-Fini. Ma un grave danno anche per le famiglie che stanno tentando, magari per il terzo o quarto anno consecutivo, di entrare nelle strette maglie delle quote d'ingresso. Sono famiglie che spesso vedono aggiungersi alle preoccupazioni dovute alla crisi economicia (rischio licenziamento o cassa integrazione, difficoltà a far quadrare il bilancio familiare, difficiltà a continuare l'attività d'impresa...) la paura delle conseguenze relative al reato di clandestinita' per chi si avvale del supporto di una assistente alla persona. Altro che aiuti alle famigflie per superare la crisi, qui si stanno creando ostacoli e difficoltà del tutto inutili per scopi di pura propaganda. E la Regione non può chiamarsi fuori. A sentire le dichiarazioni dell'Assessore Valdegamberi e dei suoi colleghi della Conferenza Stato-Regioni, nel 2010 la scure dei tagli si abbattera' nuovamente e piu' pesantemente sui fondi sociali per le famiglie. Ma se i fondi pubblici sono sempre più scarsi e si impedisce alle famiglie anche di avvalersi di supporti esterni, come potranno fare le famiglie in difficolta'? La Lega e il Centrodestra evitano come la peste la parola "sanatoria" insieme a quella di "regolarizzazione" ma nelle ultime ore si comincia a parlare di corsia preferenziale (che altro non è se non una sanatoria) per quelle 25.000 badanti (numeri dati da Valdegamberi) che gia' costituiscono un supporto per le famiglie venete ma che, secondo la legge italiana, sono clandestine e quindi arrestabili. Tutte le contraddizioni di questo provvedimento-spot stanno dunque venedo a galla e presto assisteremo a rimaneggiamenti e passi indietro che avranno l'effetto di creare confusione e probabilmente discriminazione (con che criteri si decide chi ha diritto ad essere regolarizzato?) e nel frattempo a rimetterci saranno ancora una volta le famiglie, ben lontane dal sentirsi "più sicure" come garantiva il Governo dopo aver approvato il decreto. |