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16/07/2009
Venezia

Riforma del Codice della strada: poco coraggiosa e troppo attenta a non pestare i piedi a nessuno. L'obiettivo europeo di ridurre gli incidenti è ancora lontano


La riforma del Codice della strada verra' approvata tra oggi e domani. Nonostante presenti alcune modifiche positive rispetto alle vecchie norme, si tratta nel complesso di una riforma tutt'altro che coraggiosa: troppo attenta a non pestare i piedi a nessuno, rischia di non sortire gli effetti sperati e soprattutto di non mettere il nostro Paese nelle condizioni di raggiungere l'obiettivo europeo di ridurre gli incidenti del 50% entro il 2010.
Negativa e', a mio parere, la modifica delle norme riguardanti gli apparecchi automatici di rilevazione della velocita': con la riforma non esisteranno piu' gli autovelox "a sorpresa" che nelle strade extraurbane non potranno essere distanti più di un chilometro dal segnale con il limite di velocità. Niente di piu' sbagliato visto che l'imprevidibilita' della presenza di un autovelox costituisce di per se' un notevole deterrente a superare i limiti di velocita' e la suddivisione della strada in "zone controllate" e "zone franche" indurrà a comportamenti del tipo "accellera-rallenta" che non aiuteranno certo la sicurezza nelle strade.
Positiva, e da più parti auspicata, l'introduzione della tolleranza zero per l'alcol, circoscritta pero' solo ai neopatentati e ai professionisti della guida (tassisti, conducenti di bus, ce..). La norma prevede multe per chi nei primi tre anni di patente viene fermato con un tasso alcolemico superiore allo zero. Per tutti gli altri rimane il limite dello 0,5 che, ribadisco, dovrebbe essere messo seriamente in discussione dato che puo' bastare un quantitativo di alcol inferiore allo 0,5 per rallentare i riflessi al guidatore e rappresentare quindi un rischio potenziale per se' e per gli altri. Inoltre, data la difficolta' per automobilisti di autovaluatre il tasso di alcol assunto, la soluzione migliore resta sempre e comunque quella piu' semplice: o bevi o guidi.
Ci sono poi modifiche "miste", specchio dei perenni esercizi di eqilibrismo del Governo, che mentre fanno un passo avanti da un lato ne fanno uno indietro dall'altro. E' il caso dell'eccesso di velocita' per il quale sono previste multe più pesanti, ma minor taglio dei punti rispetto a prima (oltre 40 chilometri orari sopra i limiti, multe da 370 a 500 euro con perdita di tre punti invece di cinque, oltre 60 all'ora oltre il limite, da 500 a 779 con perdita di sei punti anziche' dieci ma sospendere la patente per un periodo doppio rispetto a oggi).
La modifica del codice include anche un'altra novita': gli introiti delle sanzioni non andranno più al soggetto che elevare la contravvenzione, ma al proprietario della strada. Questa norma pare dettata da un pregiudizio ingiustificato nei confronti dei comuni accusati spesso di far cassa con le sanzioni agli automobilisti. Ma questo ragionamento perde di vista un concetto fondamentale: avere piu' controlli sulla strada e' interesse della collettivita' e non di chi fa i controlli. La norma rischia anche di avere un grave effetto collaterale: molte strade provinciali e regionali, indipendentemente dalla loro pericolosità, finiranno col non essere piu controllate da nessuno né dai vigli urbani, né dai carabinieri, nè dalla polizia perche l'attenzione si concentrerà sulle vie maggiormente remunerative. A mio avviso la riforma avrebbe dovuto semplicemente stabilire in modo inequivocabile le specifiche tecniche atte ad assicurare piena legittimità degli strumenti automatci della rilevazione delle infrazioni (autovelox t red, etilometri, narcorilevatori, ecc.).
Infine il taglio del 3% nei trasferimenti statali ai comuni che non dedicheranno al miglioramento della rete stradale almeno il 50% dei proventi delle multe, e' una operazione di facciata difficilmente concretizzabile: anche se mettessimo un esercito di burocrati a spulciare tutti i conti, sarebbe estremamente complicato controllare il rispetto di questa imposizione.
In conclusione, questa riforma non darà all'Italia gli strumenti necessari per allinearci al tasso di civlità stradale presente nella gran parte degli altri paesi europei che, con scelte ben piu coraggiose e rilevanti investimenti sull'efficienza della rete di controlli, hanno saputo indurre negli automobilisti comportamenti di guida rispettosi delle regole e della vita degli altri.


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