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07/08/2009
Treviso

Polemica sugli autovelox: Scusate, io sto con le vittime della strada. Le vittime sono i vecchi e i bambini falciati ogni giorno, non gli automobilisti che vengono multati


Al di là di possibili abusi con autovelox "a sorpresa" che finora non sono stati dimostrati, e che qualora lo fossero meritano la più severa sanzione, è fuori ombra di dubbio che la maggiore sicurezza nelle strade si ottiene anche con i controlli a sorpresa. Per questo ritengo negativa ed impropria la campagna di delegittimazione nei confronti dei rilevatori automatici delle infrazioni. L’automobilista ha diritto di essere informato che nella strada in cui viaggia ci sono autovelox ma non di sapere esattamente dove, pena la vanificazione totale di questa misura di controllo.
Il Veneto è una delle regioni in cui si muore di più sulla strada: nel 2008 ci sono stati con 50 incidenti al giorno e 3 morti ogni tre giorni. E la provincia di Treviso è tra le prime province in Italia per numero di incidenti mortali. I soggetti più colpiti sono pedoni e ciclisti e in particolare vecchi e bambini. Non dobbiamo dimenticare che in Italia dall’inizio dell’anno sono morti 29 bambini falciati da automobilisti irresponsabili. Di fronte a questi numeri che ci collocano tra i peggiori Paesi del mondo “civilizzato” per numero di incidenti e di morti ammazzati sulle strade, è indispensabile cambiare radicalmente atteggiamento: le vittime non sono gli automobilisti “pizzicati” dall’autovelox, basta con affermazioni del tipo “chi beve un bicchiere non è ubriaco”, o “andavo al doppio del limite, ma in quel posto non c’è nessun pericolo!”. I controlli ci devono essere e chi si mette alla guida deve rispettare i limiti di velocità e non deve bere”.
“L’accusa mossa in questi giorni ai vigili di Treviso (che tenderebbero imboscate agli automobilisti in Via Castagnole) è sintomatica di un atteggiamento accondiscendente nei confronti di chi supera i limiti di velocità e di critica nei confronti dei Comuni tacciati più volte di “fare cassa” con le multe. Atteggiamento generalizzato che trova traduzione in alcune delle nuove norme del codice della strada. Le nuove norme prevedono infatti che gli introiti delle sanzioni non andranno più al soggetto che rileva la contravvenzione, ma al proprietario della strada. Ma questo ragionamento perde di vista un concetto fondamentale: avere piu' controlli sulla strada e' interesse della collettivita' e non di chi fa i controlli. E la norma introdotta finirà sicuramente per far diminuire il numero dei controlli, che già sono meno di un decimo di quelli che si fanno in Francia, per esempio.

Incredibile e criminale è, ad esempio, la notizia di qualche settimana fa, secondo cui i controlli notturni con l’alcoltest in Provincia di Treviso sono più che dimezzati nel 2009 rispetto al 2008!

Scusate signori, ma io sto con le vittime della strada, non con chi tenta in tutti i modi di evitare una sanzione anziché rispettare i limiti di velocità. Quello di cui abbiamo bisogno non è di sapere dove sono gli autovelox per suddividere la strada in zone franche e zone controllate, zone dove si deve rispettare il limite e zone dove il divieto può essere impunemente infranto, ma di un forte incremento di ogni forma di controllo (rilevatori automatici, pattuglie, alcol e narco test, ecc.) per incentivare l’automobilista al rispetto delle regole, sempre e ovunque. Per far allineare quanto prima il nostro Paese e la nostra regione a standard europei di civiltà anche per quanto riguarda le abitudini di guida, per ridurre davvero al minimo possibile lo strazio di migliaia di famiglie ed i costi sociali esorbitanti di questa carneficina quotidiana.


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