Voglio rispondere alla lettera di Muraro pubblicata oggi sul Gazzettino di Treviso: “Sanguisuga e' quel sistema che dirotta le nostre risorse”, una sorta di autodifesa alle accuse derivate dal termine “sanguisuga” utilizzato nei giorni precedenti dal Presidente della Provincia. Neanche io voglio fare “polemica sterile su una parola o su un aggettivo”, ma il termine “sanguisughe” era inequivocabilmente riferito ad una categoria di persone – i pubblici dipendenti meridionali – e non ad un sistema di distribuzione delle risorse. La battuta non poteva, pertanto, che avere intenzioni e significato fortemente offensivi. Diciamo semplicemente che la polemica sui dipendenti che si fanno assumere da noi e poco dopo si fanno trasferire al Sud, è sbagliata di per sé, perché fa di ogni erba un fascio e sta molto male sulla bocca di un Presidente di Provincia che si è fatto fare l’esame per il porto d’armi comodamente nel proprio ufficio, da una commissione “addomesticata” che ha falsificato i verbali della prova.
Mi interessa però, molto di più, di entrare nel merito dei contenuti della lettera. Contenuti che mi lasciano quantomeno esterefatto.
Andiamo con ordine. Per quanto riguarda i termini coloriti con cui Muraro definisce I lavoratori del sud, credo che non sia il caso di spendere una parola di piu': trattasi della solita strategia comunicativa della Lega che si basa essenzialmente su slogan di facile impatto ma che resta completamente vuota di contenuti (a questo proposito ricordiamo il grande clamore sollevato in campagna elettorale sulle ronde e il successivo silenzio e indifferenza dimostrato dalle amministrazioni leghiste una volta istituzionalizzato lo strumento).
Passiamo ai temi piu' seri tirati in ballo da Muraro, primo fra tutti il patto di stabilita'. Nella sua lettera Muraro si autoproclama paladino delle amministrazioni virtuose affermando che queste non possono pagare per chi non sa amministrare. Vero, ma che queste parole vengano da Muraro ha dell'incredibile: e' utile ricordare che il suo partito e' al Governo e che proprio questo Governo di cui la Lega e' una parte consistente ha assegnato nei mesi scorsi centinaia e centinaia di milioni ai comuni di Catania, Palermo e Roma proprio per tappare quei buchi causati dalla cattiva amministrazione, mentre I comuni del Veneto e della Provincia di Treviso continuano ad avere I fondi bloccati pur essendo ineccepibili sul fronte della gestione finanziaria. Da tempo viene chiesto di convocare attorno ad uno stesso tavolo i tanti Parlamentari veneti. Ormai sono passati dieci anni dall’entrata in vigore della normativa sul cosiddetto “Patto di Stabilità e Sviluppo” e ancora non si è fatto nulla per risolvere il problema. Sarebbe bene che la destra smettesse di essere centralista a Roma e federalista in Veneto e rivedesse una volta per tutte questo meccanismo iniquo e assurdo che continua a premiare chi spende e crea enormi disagi ai Comuni più “virtuosi” Il Presidente prende in causa le opere pubbliche necessarie al territorio chiedendo che vengano svincolte dal patto di stabilita' quelle finanziate con risorse proprie di Province e Comuni. Mi permetto di aggiungere un commento: dei 17,8 miliardi destinati alle grandi opere dal Governo, per il Veneto c’è poco o niente nonostante ci sia assoluto bisogno di implementazione e miglioramento delle infrastrutture, a causa di una rete stradale a dir poco obsoleta, che penalizza la vitalità del tessuto economico (il Passante non basta, servono le opere complementari e serve, soprattutto e urgentemente, investire ora sul trasporto ferroviario).
In conclusione, sono pienamente d'accordo con il messaggio trasmesso da Muraro: il suo Governo sta facendo poco o nulla per il Veneto.
La lettera di Muraro al Gazzettino |