La legge sul Piano casa non ha ottenuto l'obiettivo per cui era stata creata: gli effetti positivi sull'economia, ipotizzati con imbarazzante sicurezza dal centro destra, non ci sono stati. In Veneto sono giunte poche decine di richieste per la parte della legge gia' in vigore, ossia quella che riguarda gli ampliamenti delle prime case, e che e' pienamente vigente indipendentemente dalle delibere dei Comuni.
La realta' si scontra di fatto con le rosee previsioni di Marangon che nei mesi passati si era dilettato a calcolare quanti miliardi sarebbero entrati in circolo nella nostra regione grazie alla legge. Miliardi che nessuno ha visto ne' vedra'.
Ora appare quanto meno patetico che l'Assessore dia la colpa ai sindaci (accusati di non leggere il testo della legge) del flop del Piano Casa, una legge che non solo non servira' a rilanciare l'economia ma che e' potenzialmente dannosa per ambiente e territorio.
Entro il 31 ottobre, i Comuni dovranno decidere con quali limitazioni applicare la nuova legge per tutti quegli edifici che non sono prime case. Indispensabile e' che le amministrazioni locali leghino in maniera stretta i criteri applicativi della nuova legge alle proprie previsioni urbanistiche, le sole che tengono conto delle singole specificita' terriroriali, e che non facciano passare l'idea di aumenti di volumi generici e indistinti su tutto territorio. |