Tutto congiura contro il Piano casa del Veneto. Persino la manovra finanziaria del governo nazionale, che pure dovrebbe riguardare tutt’altre questioni e, invece, nasconde una subdola insidia proprio per il comparto dell’edilizia. Succede, infatti, che si sta ripetendo il copione già visto l’anno scorso di questi tempi. Il testo della Finanziaria 2010, approdata nei giorni scorsi in Parlamento, ripresenta il tentativo di ridurre gli sgravi del 55% per quanti realizzano interventi edilizi rispettosi dei criteri di risparmio energetico (agevolazioni per la riqualificazione energetica degli edifici o di loro porzioni, per l’installazione di pannelli solari e per la sostituzione degli impianti di riscaldamento). Ebbene, l’anno scorso il governo - dopo che la Finanziaria aveva eliminato il «bonus energetico » del 55% - fu costretto a una precipitosa marcia indietro, spinto dalla sollevazione degli addetti ai lavori e dei molti cittadini che avevano messo in preventivo lavori di ristrutturazione facendo conto sul vantaggio fiscale. Quest’anno, più prudentemente, il taglio delle agevolazioni viene riproposto in forma meno drastica: la previsione legislativa è di ridurre lo sgravio dal 55 al 36%, per di più spalmandolo in dieci anni anziché in tre.
Questa manovra, oltre a deprimere il settore, avrebbe nel Veneto una controindicazione in più: «Rischia veramente di annullare gli effetti positivi del Piano casa della Regione, che molto ha puntato sui temi dell’ecosostenibilità e delle fonti energetiche rinnovabili». Lo denunciano due voci autorevolmente interessate: Paolo Fagherazzi e Daniele Parisotto, rispettivamente presidente degli imprenditori edili e degli installatori di impianti aderenti alla Confartigianato del Veneto. Il Piano casa, in effetti, nella parte che riguarda gli interventi destinati a favorire il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, prevede aumenti di cubatura fino al 40 per cento se chi demolisce e ricostruisce utilizzerà tecniche costruttive di edilizia sostenibile. Inoltre, il bonus volumetrico del 20% previsto per gli ampliamenti degli edifici, può trasformarsi in un 30% nel caso di utilizzo di tecnologie che prevedano l’uso di fonti di energia rinnovabile. Insomma, ciò che il Piano casa regionale incentiva con l’aumento dei volumi, la Finanziaria nazionale deprime riducendo gli sgravi fiscali. Accusano Fagherazzi e Parisotto di Confartigianato: «Il settore edile è dall’inizio del 2008 il 'grande malato' dell’artigianato veneto e questo miope provvedimento non farà altro che accelerarne la crisi. Dopo sette anni di straordinario dinamismo, la prima metà del 2009 si è aperta all’insegna della recessione: -1,82% per numero di imprese e soprattutto un calo di 8 punti percentuali (circa 4 mila addetti) nell’occupazione dipendente. Sono numeri che rischiano di esplodere - avvertono i due presidenti - entro la fine dell’anno, se non si rinnoverà il bonus fiscale». Confartigianato, dal canto suo, ha già messo in atto una contromanovra: in Senato è stato depositato un emendamento in cui si propone, tra le altre cose, la proroga al 31 dicembre 2012 degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici. «Confidiamo nel lavoro dei parlamentari - sottolineano Fagherazzi e Parisotto - affinché venga ripristinato uno dei pochi provvedimenti strutturali, che vanno mantenuti soprattutto in questa fase di crisi».
Alessandro Zuin |