La Sentenza della Corte europea per i diritti umani e' completamente priva di senso. In essa si afferma che il crocefisso e' «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». Parole che sono l'esito di un laicismo astratto e illuminista che ha gia' fatto abbastanza danni in giro per il mondo e che ha fallito soprattutto per quanto riguarda le politiche di integrazione. Un laicismo che sta esattamente all'opposto di quel "meticciato" di civilita' auspicato dal Patriarca Scola che si fonda invece su concetti quali interculturalità, identità, tolleranza, sicurezza, integrazione e dove la tradizione e' vista come un patrimonio necessario.
La sentenza e' assurda perche' il crocifisso non è solo il simbolo di chi è credente, ma ha una connotazione ben piu' ampia, riconosciuta a livello culturale e non solo religioso. Il crocifisso rappresenta infatti valori che hanno a che fare con la difesa dei più deboli o il rispetto delle minoranze. Non parla solo ai cattolici, ma anche a tanti non credenti.
Togliere il crocefisso dalle aule e' sbagliato, anzi, direi di piu': e' un atto di prevaricazione. La croce fa parte della storia del nostro Paese ed essere tolleranti e rispettosi nei confronti degli altri non significa cancellare le proprie tradizioni, perche' la vera integrazione non si ottiene certo rinnegando la propria identita' ma aprendosi agli altri senza dimenticare da dove veniamo. |