Licenziamenti, chiusure, bambini a casa, famiglie in grandissima difficoltà. Questo lo scenario possibile per le scuole dell’infanzia paritarie che si sono viste ridurre in quantità consistente i finanziamenti da parte dello Stato, della Regione ed anche dei Comuni. “Il problema è esplosivo e va affrontato con la massima determinazione –afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Bottacin- perché stiamo parlando, per il Veneto, di scuole che assorbono il 70 per cento dei bambini, a fronte di un’offerta della scuola pubblica evidentemente insufficiente. Per il 2010 un emendamento del PD alla finanziaria regionale ha assicurato a questo sistema circa 4 milioni di euro, altri finanziamenti sono stati recuperati a livello nazionale da un intervento dell’On. Simonetta Rubinato, ma non basta, perché per il futuro si preannunciano ulteriori tagli”.
Bottacin ha incontrato di recente i vertici regionali delle Associazioni delle scuole paritarie e dei Comitati genitori, assicurando il proprio impegno. Gli obiettivi prioritari sono elevare il contributo della Regione da una media di 15 euro al mese per bambino a 30 euro, ed ottenere dal Governo nazionale maggiori finanziamenti.
“La situazione veneta è del tutto particolare –afferma Bottacin- perché le scuole paritarie coprono quasi il 70 % del fabbisogno (il 30 % da quelle statali), quasi il contrario di quanto avviene a livello nazionale, con le paritarie al 37 % e le statali al 63 %. Questo dimostra quanto sia una presenza importante per il nostro tessuto sociale, che va tutelato ed aiutato a proseguire la sua opera educativa e sociale”.
In provincia di Treviso la percentuale è ancora maggiore: le scuole paritarie hanno oltre 19 mila bambini frequentanti, pari al 76 %, contro i 6 mila delle statali. Il costo annuo per bambino sostenuto dalle scuole paritarie dell’infanzia è mediamente di 2.630 euro, contro i 6116 euro di spesa per ogni alunno della scuola statale.
Il che significa che se tutte le scuole fossero statali, il costo per collettività in tutta Italia sarebbe di 5,5 miliardi di euro all'anno. Un risparmio per le casse centrali che equivale ad un aggravio per i conti di circa 700 mila famiglie.
“I veneti pagano due volte, quindi –afferma Bottacin- perché con le tasse sostengono anche il costo di quanti (il 30 %) frequentano la scuola statale, cui non possono iscrivere i propri figli per la carenza di posti, e con le rette pagano una parte del servizio delle paritarie. Una situazione che ha del paradossale e che va sanata al più presto”.
In Veneto sono 100.000 le famiglie con questa penalizzazione e ogni anno 30.000 nuove giovani famiglie devono fare i conti con questa ingiustizia. Nella nostra regione le scuole dell'infanzia paritarie sono 1208, accolgono 92.055 bambini, impiegano 9.000 persone (tra personale docente e non docente) ed usufruiscono dell’opera di circa duemila volontari. |