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28/06/2010
Treviso

BOTTACIN (PD): “LE AZIENDE DI TRASPORTO PROVINCIALI: PROTEZIONISMO STRAPAESANO PER SALVARE INEFFICIENZE E POLTRONE”


“Invito l’assessore Chisso ed il Presidente Muraro a ripensarci: attivare oggi le mini aziende provinciali per il trasporto pubblico locale sarebbe un passo indietro gravissimo. Una scelta che comprometterà in modo irreparabile le possibilità di sviluppo e di crescita della nostra regione. In tutto il mondo sono le città i “motori di futuro”: centri di ricerca, imprese altamente innovative, alta formazione, attrazione della “classe creativa” dai circuiti globali, servizi avanzi alle imprese e alla persona, alto livello di servizi sanitari. E la “nostra città”, quella che può crescere e diventare una realtà metropolitana capace di competere con le più importanti realtà urbane dell’Europa e del mondo, quella che può diventare davvero la “capitale del Nordest” è l’area urbana di Treviso-Padova-Venezia”.

Rinunciare alla possibilità (necessità) che quest’area possa avere a breve un servizio unico di trasporto urbano, rinunciare alla possibilità che l’imponenete investimento dell Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale possa riorganizzare radicalmente anche il trasporto pubblico su gomma, rappresenterebbe non solo un errore strategico imperdonabile, ma una zeppa pesantissima sullo sviluppo futuro di tutto il Veneto.
 
Faccio mio l’appello che ieri sera il Presidente di Unindustria Treviso ha lanciato nella sua relazione all’Assemblea annuale degli associati, presenti Zaia e Sacconi, a favore della città metropolitana e contro le costose e antistoriche resistenza all’innovazione anche istituzionale.

Per come è conciato oggi il trasporto pubblico locale in Veneto, una diversa gestione può solo farlo migliorare. La paura delle gare e della possibilità che possano essere imprese “foreste” o straniere a vincerle è una paura assurda da tutti i punti i vista. Un miglioramento del servizio non può che comportare un aumento dell’utenza e quindi del numero degli addetti occupati. A meno che Chisso e Muraro non si preoccupino di un altro “livello occupazione”, quello dei CDA e dei consulenti delle sedici società che oggi fanno lo stesso lavoro nella stessa area, ognuna con una sua squadra di manager e consulenti da mantenere. Questi sono gli unici livelli occupazionali che avrebbero un drastico ridimensionamento nel caso di gestione più efficiente del servizio.

La difesa di campanili corporativi e di confini provinciali superati dalle abitudini quotidiane di centinaia di migliaia di cittadini che ogni giorno per produrre, lavorare, curarsi, acquistare, incontrarsi usano questo territorio come una sola grande città va di pari passo con la difesa monopolista di sacche di inefficienza e clientelismo nella gestione dei servizi pubblici locali e rischia di comprometterne gravemente le opportunità di crescita e sviluppo del nostro territorio.


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