Il Senatore veneto di “Verso Nord” lancia un allarme: “il provvedimento in discussione in bicamerale tradisce i principi del federalismo”
“Tradito il vero concetto di federalismo fiscale. Il decreto legislativo che si sta discutendo in commissione bicamerale se rimane così travisa l’idea reale di federalismo”. Così il senatore bellunese Maurizio Fistarol, che dai banchi di Palazzo Madama, lancia un allarme. “Noi di “Verso Nord” del federalismo abbiamo fatto una delle assi portanti del nostro manifesto, per questo denunciamo il possibile rischio di tradirne gli aspetti fondamentali” “Questo decreto – aggiunge Fistarol -, che doveva essere sul federalismo fiscale, si sta trasformando. Sembra che si voglia assegnare ai comuni, depredati dallo Stato in questi ultimi anni, qualche risorsa, con il rischio reale che tutto questo si traduca in un aumento della pressione fisale complessiva. E dei principi federalisti, richiamati anche nella legge quadro 42 del 2009, non c’è nemmeno l’ombra”. Secondo il senatore di “Verso Nord”, infatti, vengono meno i principi fondamentali della responsabilità delle amministrazioni comunali e della vera autonomia impositiva dei comuni stessi. E viene meno in questo modo anche il caposaldo del federalismo e cioè la possibilità di controllo dei cittadini sulle scelte degli amministratori. “Si tratta di un provvedimento che non supera il sistema della finanza derivata – aggiunge -. Cioè il principio in base al quale i soldi prelevati ai cittadini finiscono a Roma e poi da lì vengono redistribuiti. Non sarà vero che i soldi rimangono là dove vengono prodotti. E’ del tutto assente, inoltre, il principio, anch’esso previsto nella legge quadro, che fissava la correlazione tra il prelievo fiscale e il beneficio conseguito dai cittadini. In modo particolare l’IMU (imposta municipale sugli immobili) che possiamo definire come un’ICI un pò più grossa, grava sulle seconde case e sulle attività commerciali e artigianali, quindi sui cittadini in gran parte non residenti nel territorio comunale. Su coloro, cioè, che non potranno dare con il proprio voto un giudizio democratico su qualità, quantità e utilizzo del prelievo fiscale. Stesso discorso vale anche per l’imposta di soggiorno (attribuita ai soli comuni capoluogo di provincia e fino ad un massimo di 5 euro per notte) che sarà pagata da turisti e visitatori e quindi, ancora una volta, non residenti. Due questioni in cui viene meno il principio federalista del controllo sulle scelte operate degli amministratori pubblici”. Viene attribuita ai comuni una compartecipazione al gettito Irpef, permettendo cioè di sbloccare l’addizionale. In questo modo a pagare saranno quindi i soliti, venendo meno l’obiettivo di una più equa distribuzione del carico fiscale. “Manifestiamo apprezzamento sull’introduzionae dell’addizionale secca sulla casa – aggiunge il senatore Fistarol - che almeno nell’ultima bozza in discussione sembra agevolare i contribuenti onesti. Mancano, però, ancora, i numeri dei costi standard dei servizi (differenti a seconda dei territori): finchè non li vedremo conteggiati in euro pro capite non riusciremo a capire davvero chi ci guadagna e ci perde con il nuovo assetto che resta molto indeterminato. Forse siamo ancora in tempo per evitare che i principi federalisti vengano traditi ma dobbiamo intervenire subito”. |