La riforma Brunetta prevede l’abolizione del rimborso chilometrico per le missioni del personale dipendente della pubblica amministrazione. La deroga a tale divieto è espressamente prevista solo per missioni internazionali di pace, forze di polizia, vigili del fuoco, magistratura, ma è anche possibile per il personale del Servizio sanitario nazionale, il che però comporta la perdita di un 10% del finanziamento alle Regione a statuto ordinario. “La pratica dell’uso dell’auto propria per gi spostamenti di servizio – dichiara Diego Bottacin consigliere regionale del Gruppo Misto (Verso Nord) - è molto diffusa in Veneto perché il numero dei mezzi è ovunque inferiore alle necessità e l’arretratezza della nostra rete di trasporto pubblico rende impossibile la pianificazione degli spostamenti”. La Regione ha emanato una circolare interpretativa (firmata dal segretario regionale alla sanità) che non si limita ad applicare il divieto espressamente previsto dalla legge al personale “in missione” con auto propria (cioè fuori ulss per ragioni straordinarie come congressi, aggiornamenti e altro), ma lo estende a tutti i dipendenti che utilizzano il mezzo proprio per attività di servizio ordinario nell’ambito del territorio di competenza della propria azienda per i normali spostamenti tra una sede ospedaliera e l’altra o per l’erogazione di servizi domiciliari. “La soluzione proposta come rimedio dalla direzione sanitaria – aggiunge Bottacin - è di “… ricorrere alla stipula di contratti di noleggio di autovetture che risultino economicamente vantaggiosi …”, disposizione difficilmente attuabile, visto che il decreto impone tetti di spesa assai restrittivi, e, anzi, rischia di far venir meno o rallentare una vasta gamma di servizi oggi erogati, e di compromettere totalmente l’efficiente gestione degli stessi”. Bottacin ha quindi presentato un’interrogazione alla Giunta “per chiedere interventi immediati affinchè le disposizioni relative ai rimborsi chilometrici per l’uso di auto propria in servizio – dichiara -, non si applichino ai dipendenti degli enti del Servizio sanitario regionale che usano l’auto per motivi di servizio ordinario; e per chiedere la cancellazione del comma relativo alla perdita del 10% del finanziamento alle Regioni a statuto ordinario, anche con ricorso alla Corte Costituzionale, perché si configura, politicamente, come un inaccettabile ricatto alle Regioni (solo quelle a statuto ordinario!), giuridicamente come una interferenza nell’autonomia regionale, funzionalmente come una norma irrazionale che, pur dichiarando finalità contraria, fa aumentare i costi e mette a rischio i servizi sanitari. ”.
Il testo dell'Interogazione a risposta immediata (IRI) |