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07/04/2011
Venezia

“I SOLDI DELLA SANITA’ UTILIZZATI PER FINANZIARE L’INEFFICIENZA DELLE POSTE?”


Diego Bottacin e Andrea Causin di  “Verso Nord” (Gruppo Misto): “I servizi socio-sanitari affidiamoli alle farmacie, come nel progetto di legge che abbiamo presentato, sono in numero maggiore e hanno personale preparato. Perché assegnarli alle poste? Cosa c’è sotto? Pieno appoggio del ‘Tribunale per i diritti del malato’

“C’è il rischio fondato che i soldi del fondo sanitario vadano a finanziare le inefficienze stataliste delle poste. I servizi socio-sanitari vanno affidati alle farmacie, in questo modo avremo più efficienza e anche migliori prestazioni per gli utenti”.
Diego Bottacin ed Andrea Causin, consiglieri regionali del “Gruppo Misto – Verso Nord” hanno presentato questa mattina a Palazzo Ferro-Fini un’interrogazione in cui chiedono alla Giunta del Veneto dettagli sull’accordo sottoscritto con Poste Italiane per l’erogazione di servizi socio-sanitari da parte degli uffici postali ed illustrato i contenui del progetto di legge sulla riforma della disciplina delle funzioni e dell’organizzazione dell’assistenza farmaceutica territoriale.
“Non abbiamo capito l’accordo con le poste – spiega Diego Bottacin – anche perché non fornisce dettagli sulle caratteristiche e sulla qualità dei servizi offerti e sulle modalità di esecuzione da parte delle poste stesse, e, per di più non vengono evidenziati l’entità dei costi a carico del servizio sanitario regionale. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione alla Giunta: il nostro sospetto, infatti, è che si tratti di un modo surrettizio di finanziare le poste con soldi della sanita' e che per questo vogliamo conoscere il costo della convenzione. Sia quello diretto che quello indiretto pagato dalle Ulss oggetto di sperimentazione. Questa mattina mi ha chiamato Flavio Magarini di “Cittadinanza attiva – Tribunale per i diritti per il malato” ed ha espresso fortissime perplessità sull’accordo della Regione con le poste, dichiarandosi invece d’accordo con il nostro progetto di legge”.
“Poi – aggiunge Andrea Causin - consideriamo l’aspetto della consegna dei farmaci da parte dei postini. Si tratta di un servizio che richiede cautele particolari sia dal punto di vista sanitario che economico. La consegna a domicilio da parte di personale non qualificato renderebbe anche difficile il rispetto della normativa sulla tutela della privacy e non consentirebbe al paziente o ai suoi familiari, di chiedere e ottenere da un farmacista informazioni sull’uso dei farmaci, sulla loro conservazione o su eventuali effetti collaterali indesiderati. E poi sappiamo tutti che le poste non sono esempi di puntualità. Pensiamo a cosa potrebbe comportare un ritardo nella consegna dei farmaci. . i farmaci molto costosi e spesso facilemnte dperibili affindato al la ‘consegna oper conto’ richiede attenzioni molto particolari mettendo a rischio la salute delle persone”.
Per questo i consiglieri rilanciano il loro progetto di legge firmato anche dai colleghi Giuseppe Bortolussi (Bortolussi presidente), Stefano Valdegamberi, Stefano Peraro e Raffaele Grazia (Unione di Centro), che prevede l’assegnazione di tali compiti alle farmacie.
“I vantaggi sono molteplici – spiega Bottacin -. Intanto le farmacie in Veneto sono 1.316, gli uffici postali 1073, sono presenti capillarmente in tutto il territorio regionale, anche nelle frazioni e nei piccolissimi centri di montagna dove gli uffici postali hanno chiuso o lavorano con orari ridotti. Poi va considerato che nelle farmacie lavorano oltre 4000 operatori sanitari laureati che possono fornire agli utenti tutte le informazioni di carattere sanitario utili per accedere correttamente ai farmaci e alle altre prestazioni offerte dalla Regione”.
“Infine – conclude Causin - grazie alle turnazioni si possono trovare farmacie aperte anche il sabato e la domenica per l’intera giornata, cosa che non si può certo dire degli uffici postali”.

Il testo dell'interrogazione


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