Un fondo autovelox per la sicurezza stradale. Lo propone il disegno di legge regionale per ridurre le morti sulle strade venete, primo firmatario Diego Bottacin, consigliere dell’Ulivo, depositato nei giorni scorsi all’Ufficio del Consiglio regionale e presentato questa mattina alla stampa.
I cinque articoli che costituiscono il pdl “Obiettivo strada sicura. Incentivazione ai corpi di polizia locale per il controllo della velocità e il rilevamento automatico delle infrazioni” sono preceduti da una corposa relazione che analizza il fenomeno delle stragi sulle strade del Veneto, fa il punto sulla legislazione italiana e dell’Unione europea e delinea le soluzioni adottate in alcuni Paesi europei.
Sulle strade del Veneto si muore di più Ogni giorno in Italia si verificano in media 617 incidenti stradali, con la morte di 15 persone e il ferimento di 860. Ma in Veneto, purtroppo, si muore di più. Le sette province venete esprimono infatti indici di pericolosità superiori alla media nazionale, con Treviso che addirittura supera la media veneta: Treviso 2,7 morti in media ogni 100 persone lese (Veneto 2,1 e Italia 1,7); Verona e Vicenza 2,1; Rovigo e Venezia 2, Belluno e Padova 1,8. Negli ultimi anni, mentre l’indice nazionale è in diminuzione, quello veneto cresce. Il 31% dei conducenti deceduto in Veneto è rappresentato da giovani tra i 18 e i 20 anni (in Italia il 28,5%). Fermare questo stillicidio di vite umane è compito di amministratori responsabili. Tanto più che i costi per la società delle tragedie sulle strade sono elevati: per morti e feriti nel Veneto si spende un miliardo e mezzo di euro l’anno, più 850 milioni di costi materiali.
Morire al volante non è una tragica fatalità Il XV rapporto Aci-Censis del 16 gennaio 2007 riporta che il 91,1% degli incidenti stradali è causato dal comportamento scorretto del conducente. Il 24% degli intervistati supera i militi di velocità, l’8% passa col rosso, il 6% non rispetta la precedenza. I limiti di velocità vengono superati in misura più accentuata sulle strade extraurbane (48%), più che in autostrada (29%) o nelle strade urbane (22%). È ora di finirla, pertanto, di considerare gli incidenti automobilistici, i morti della strada, “tragiche fatalità”. Sono, al contrario, tragedie che si debbono e si possono evitare. Tocca agli amministratori fare tutto ciò che è in loro possesso per indurre gli automobilisti a rispettare il codice della strada, perché mai come in questo caso rispetto delle regole significa rispetto della vita umana.
Più autovelox, meno morti Introdurre più autovelox non è certo una proposta popolare. Però funziona. Lo dimostrano le sperimentazioni adottate in Gran Bretagna e in Francia. Il primo report del Ministero dei Trasporti (2004) sulle 38 aree pilota dotate di autovelox in Gran Bretagna rileva che: la velocità di veicoli tende a scende e scendono gli incidenti e le vittime. Inoltre, il costo del progetto è ampiamente ripagato dal risparmio sui costi sociali legati agli infortuni evitati. In Francia, è stato adottato un sistema completamente automatizzato (il personale di polizia può essere così impiegato su altri fronti) in cui la multa viene recapitata al contravventore in pochissimi giorni. Gli autovelox vengono installati, in modo omogeneo sul territorio in modo da non lasciare zone di impunità, nei siti dove ci sono stati molti incidenti con lesioni personali, sulle strade dove la velocità è spesso causa primaria di incidenti e dove i controlli da parte del personale di polizia sono difficili da effettuarsi. Soprattutto, l’automobilista ha a disposizioni le mappe degli autovelox fissi e il numero di quelli mobilitati divisi per circoscrizione territoriale (le nostre province): in questo modo si dimostra al cittadino che gli autovelox non sono usati per fare cassa ma per salvare vite umane.
La proposta dei consiglieri ulivisti è dunque finalizzata a incentivare la dotazione, da parte degli enti locali veneti – Comuni e consorzi di Comuni - di strumenti elettronici per il controllo dei comportamenti scorretti degli automobilisti e la repressione delle loro infrazioni, tramite la creazione di un fondo regionale autovelox, da finanziare con 5 milioni di euro nel 2007 e altri 5 milioni per il 2008 e 2009. «Le campagne di comunicazione sulla sicurezza stradale vanno certo fatte ma è dimostrato che non servono a ridurre le vittime della strada – commenta il consigliere Diego Bottacin – Risultati concreti si raggiungono invece con i controlli e con le sanzioni. Mi rendo conto che, nel clima di buonismo che circonda chi infrange il codice della strada, la mia proposta sia poco polare, ma il rispetto delle regole eviterebbe a tante famiglie la tragedia immensa di perdere un figlio, un fratello, un padre o una madre.»
Per ottenere strade più sicure serve, insomma, anche un cambio di mentalità collettivo: i trasgressori non devono più essere considerati delle vittime e i controllori aguzzini. Bottacin, con la sua proposta di legge punta, oltre che a raggiungere l’obiettivo fissato dall’UE di ridurre del 40% il numero dei morti e dei feriti sulle strade entro il 2010, a contribuire al necessario cambio di passo culturale in tema di sicurezza stradale, senza il quale non si potranno mai raggiungere risultati soddisfacenti.
L’uso massiccio di sistemi automatici di controllo e di rilevamento delle infrazioni dovrà servire, secondo Bottacin, a dirottare le pattuglie delle forze dell’ordine sull’accertamento di quelle infrazioni non rilevabili, come la velocità, elettronicamente, in particolare la guida in stato di ebbrezza, prima causa, assieme alla velocità, delle tragedie sulle strade.
Il disegno di legge è stato sottoscritto dai consiglieri ulivisti: Diego Bottacin, Carlo Alberto Azzi, Giuseppe Berlato Sella, Andrea Causin, Gustavo Franchetto, Giampietro Marchese, Igino Michieletto, Lucio Tiozzo, Guido Trento.
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