Un fondo autovelox per la sicurezza stradale. Ne ho proposto l’istituzione tramite un disegno di legge regionale volto a ridurre le vittime di incidenti mortali sulle strade venete. Il pdl, di cui sono il primo firmatario, si intitola “Obiettivo strada sicura. Incentivazione ai corpi di polizia locale per il controllo della velocità e il rilevamento automatico delle infrazioni”.
Sulle strade del Veneto si muore di più Ogni giorno in Italia si verificano in media 617 incidenti stradali, con la morte di 15 persone e il ferimento di 860. Ma in Veneto, purtroppo, si muore di più. Le sette province venete esprimono infatti indici di pericolosità superiori alla media nazionale, con Treviso che addirittura supera la media veneta: Treviso 2,7 morti in media ogni 100 persone lese (Veneto 2,1 e Italia 1,7); Verona e Vicenza 2,1; Rovigo e Venezia 2, Belluno e Padova 1,8. Negli ultimi anni, mentre l’indice nazionale è in diminuzione, quello veneto cresce. Il 31% dei conducenti deceduto in Veneto è rappresentato da giovani tra i 18 e i 20 anni (in Italia il 28,5%). Fermare questo stillicidio di vite umane è compito di amministratori responsabili. Tanto più che i costi per la società delle tragedie sulle strade sono elevati: per morti e feriti nel Veneto si spende un miliardo e mezzo di euro l’anno, più 850 milioni di costi materiali.
Morire al volante non è una tragica fatalità Il XV rapporto Aci-Censis del 16 gennaio 2007 riporta che il 91,1% degli incidenti stradali è causato dal comportamento scorretto del conducente. Il 24% degli intervistati supera i militi di velocità, l’8% passa col rosso, il 6% non rispetta la precedenza. I limiti di velocità vengono superati in misura più accentuata sulle strade extraurbane (48%), più che in autostrada (29%) o nelle strade urbane (22%). È ora di finirla, pertanto, di considerare gli incidenti automobilistici, i morti della strada, “tragiche fatalità”. Sono, al contrario, tragedie che si debbono e si possono evitare. Tocca agli amministratori fare tutto ciò che è in loro possesso per indurre gli automobilisti a rispettare il codice della strada, perché mai come in questo caso rispetto delle regole significa rispetto della vita umana.
Più autovelox, meno morti Introdurre più autovelox non è certo una proposta popolare. Però funziona. Lo dimostrano le sperimentazioni adottate in Gran Bretagna e in Francia. Il primo report del Ministero dei Trasporti (2004) sulle 38 aree pilota dotate di autovelox in Gran Bretagna rileva che: la velocità di veicoli tende a scende e scendono gli incidenti e le vittime. Inoltre, il costo del progetto è ampiamente ripagato dal risparmio sui costi sociali legati agli infortuni evitati. In Francia, è stato adottato un sistema completamente automatizzato (il personale di polizia può essere così impiegato su altri fronti) in cui la multa viene recapitata al contravventore in pochissimi giorni. Gli autovelox vengono installati, in modo omogeneo sul territorio in modo da non lasciare zone di impunità, nei siti dove ci sono stati molti incidenti con lesioni personali, sulle strade dove la velocità è spesso causa primaria di incidenti e dove i controlli da parte del personale di polizia sono difficili da effettuarsi. Soprattutto, l’automobilista ha a disposizioni le mappe degli autovelox fissi e il numero di quelli mobilitati divisi per circoscrizione territoriale (le nostre province): in questo modo si dimostra al cittadino che gli autovelox non sono usati per fare cassa ma per salvare vite umane.
Serve un cambio di mentalità La mia proposta è dunque finalizzata a incentivare la dotazione, da parte degli enti locali veneti – Comuni e consorzi di Comuni - di strumenti elettronici per il controllo dei comportamenti scorretti degli automobilisti e la repressione delle loro infrazioni, tramite la creazione di un fondo regionale autovelox, da finanziare con 5 milioni di euro nel 2007 e altri 5 milioni per ciascuno dei due anni successivi il 2008 e il 2009. Ma per ottenere strade più sicure serve anche un cambio di mentalità collettivo: i trasgressori non devono più essere considerati vittime e i controllori aguzzini. Con il mio disegno di legge pertanto, oltre che a raggiungere l’obiettivo fissato dall’UE di ridurre del 40% il numero dei morti e dei feriti sulle strade entro il 2010, vorrei contribuire al necessario cambio di passo culturale in tema di sicurezza stradale, senza il quale non si potranno mai raggiungere risultati soddisfacenti.
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