In qualità di vicepresidente della Commissione regionale Sanità, assieme ai colleghi del gruppo, l’8 gennaio ho presentano alla stampa la proposta di Piano sociosanitario del Partito Democratico. È inusuale e inedito che l’opposizione elabori un documento di pertinenza della giunta regionale, ma lo stato della Sanità veneta richiede un’azione forte: il Veneto, infatti, si trova attualmente senza programmazione sociosanitaria, dato che sono passati più di 10 anni dall’approvazione del precedente Piano.
Nel documento elaborato dal gruppo del PD, c’e anche una proposta di soluzione all’annoso problema della sperequazione tra Ulss venete, che vede penalizzate le azienda sociosanitarie trevigiane, notoriamente virtuose sul piano della spesa. Oggi la ripartizione del fondo regionale viene effettuata in base alla spesa storica, di conseguenza le Ulss trevigiane più virtuose e meno spendaccione sono penalizzate. La nostra proposta introduce un nuovo criterio per la ripartizione, basato sulla spesa procapite e dunque sul numero di abitanti di ciascuna Ulss.
Il Piano sociosanitario del centrosinistra dà inoltre indicazioni su come risolvere il problema delle liste di attesa, su come affrontare il tema della non autosufficienza, su come realizzare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio, ma anche su come ridare ai sindaci il controllo della qualità dei servizi sociosanitari, cominciando con l’attribuire alle conferenze dei sindaci poteri di nomina dei direttori generali. |